Stupro come arma di guerra in Tigray. Le testimonianze nel report di Amnesty ago’21

Stupro come arma di guerra in Tigray. Le testimonianze nel report di Amnesty ago’21

Desideriamo far conoscere anche a tutti gli amici che hanno a cuore Adwa il report pubblicato da Amnesty International.

“In un nuovo rapporto pubblicato l’11 agosto, Amnesty International ha denunciato stupri e altre forme di violenza sessuale contro le donne e le ragazze del Tigray da parte di forze alleate al governo dell’Etiopia.

A essere chiamate in causa da Amnesty International sono le Forze nazionali di difesa dell’Etiopia, le Forze di difesa dell’Eritrea, la Forza speciale della polizia regionale dell’Amhara e una milizia di etnia ahmara denominata Fano.

“Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono stati usati come armi di guerra per infliggere danni fisici e psicologici alle donne e alle ragazze del Tigray. Centinaia di loro sono state sottoposte a trattamenti brutali allo scopo di degradarle e privarle della loro umanità. La gravità e la dimensione di questi reati sessuali sono spaventose, al punto da costituire crimini di guerra e forse anche crimini contro l’umanità. Chiediamo al governo dell’Etiopia di consentire l’ingresso nel Tigray alla Commissione d’inchiesta della Commissione africana per i diritti umani e dei popoli e sollecitiamo il segretario generale delle Nazioni Unite a inviare nella regione il Team di esperti sulla violenza sessuale nei conflitti”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

Sulla base delle testimonianze di 63 sopravvissute alla violenza sessuale e di quelle di operatori sanitari e umanitari, raccolte tra marzo e giugno 2021, Amnesty International è giunta alla conclusione che l’obiettivo dei perpetratori era di terrorizzare e umiliare le vittime e il gruppo etnico di appartenenza.

Ventotto sopravvissute hanno identificato le forze eritree come responsabili. Dodici, cinque delle quali in stato di gravidanza, hanno denunciato di essere state stuprate da soldati e miliziani di fronte ai loro familiari.

Le strutture sanitarie del Tigray hanno registrato 1288 casi di violenza di genere tra febbraio e aprile del 2021. Il solo ospedale di Adigrat ha registrato 376 casi di stupro dall’inizio del conflitto al 9 giugno. Questi numeri non rappresentano la reale dimensione di questi crimini, sono solo la punta di un iceberg: tantissime donne non hanno trovato assistenza nè denunciato per timore della stigmatizzazione della propria comunità e dell’allontanamento da parte dei loro mariti.

Le sopravvissute ancora non si sono riprese: molte lamentano continue perdite di sangue, dolori alla schiena e fistole, altre dopo lo stupro sono risultate positive all’Hiv/Aids. Non riescono a dormire e hanno sviluppato ansia e altre forme di stress emotivo.”

Non ci sono dati sulle donne morte in conseguenza di emoraggie, infezioni, mutilazioni, nè di quante dovranno convivere con invalidità permanenti. Le testimonianze riportate sono agghiaccianti, raccontano di trattamenti disumani, con l’obiettivo di inferire sul corpo delle donne per umiliare ed impedire di riprodurre l’etnia tigrina. Il titolo scelto è una frase di una delle vittime: “non so se si sono resi conto che io fossi una persona”…

Leggi il report completo in inglese: download qui

Nel documento completo si fa riferimento anche ad alcune donne che sono state assistite nel nostro ospedale di Adwa. Suor Laura e gli operatori sanitari conoscono bene purtroppo le storie terribili di queste vittime, di tutte le età…

Non facciamo mancare il nostro aiuto, nella speranza che prima o poi venga fatta giustizia!