20 Giu Giornata mondiale del rifugiato – la situazione degli sfollati ad Adwa
Oggi, 20 giugno, in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale dei profughi.
Dallo scoppio del conflitto sono arrivati nei campi d’accoglienza di Adwa e zone limitrofe circa 127.000 profughi.
Il nostro ospedale, grazie al vostro costante supporto, continua ad offrire assistenza sanitaria gratuita pur nella difficoltà di reperimento di farmaci e dispositivi medici. Ma i numeri sono al di sopra delle possibilità di gestione delle agenzie umanitarie, in particolare la carenza di aiuti alimentari causata dal blocco sul carburante per la distribuzione è molto grave.
Vogliamo condividere con tutti voi il servizio trasmesso dalla TigrayTv con interviste ai profughi, disponibile su Youtube.
Di seguito la traduzione in italiano dello speciale:
“Questo campo profughi ad Adwa dà rifugio a migliaia di sfollati dal Tigray occidentale, a seguito della campagna militare che ha spinto la maggioranza della popolazione a lasciare le loro case dopo l’assalto ai loro mezzi di sussistenza.
“Le cose che hanno fatto sono al di là di ogni comprensione umana. C’erano cadaveri su cadaveri…”
“Avevamo i nostri vicini con noi che stavano tentando di scappare. Li hanno trascinali e buttati nel fiume Tekeze”.
“Hanno preso persone innocenti, le hanno fatte a pezzi e messe nel fiume Tekeze. Hanno forzato le madri a guardare mentre uccidevano i loro bambini e poi violentate”.
Malgrado molti di questi sfollati siano scampati a chi ha distrutto la loro casa e minacciato la loro vita, attualmente si trovano in pericolo, impossibilitati ad accedere a cibo o cure mediche.
“E’ un miracolo che siamo ancora vivi. Tutte le persone vengono qui per un pasto e l’acqua. Facciamo bollire l’acqua per evitare eventuali malattie infettive”.
Una mamma col piccolo legato sulla schiena mostra disperata il seno: “In passato ho allattato mio figlio maggiore per quattro anni. Ma ora non c’è niente, non ho più latte, come faccio a nutrire mio figlio piccolo? Le madri dei bambini sono in una situazione terribile: molte sono costrette a rimanere a letto perché sono così affamate e debilitate. A volte si pensa che stiano dormendo, ma poi ci rendiamo conto che in realtà sono morte. Allora le seppelliamo e piangiamo la loro morte, questo è tutto ciò che possiamo fare”.
Un uomo racconta: “Questa è la nostra vita, non ci sono farmaci o cibo, le persone soffrono per varie malattie e muoiono. Molti stanno morendo di fame, ho contato sette bambini qui in questo campo che sono morti perché non avevano niente da mangiare. Puoi vedere questi bambini qui, guardando la loro testa (mostra evidenti cadute dei capelli) riconosci la causa della mancanza di cibo e servizi igienici”.
Kassan Gabrizabeer, sindaco della città di Adwa, fa appello alla comunità internazionale e a tutti gli organismi interessati a contribuire a salvare la vita degli oltre 127.000 sfollati accolti: “Il mondo dovrebbe prestare attenzione alle sofferenze e grida di aiuto delle persone che stanno morendo. Molti dal Tigray occidentale si sono rifugiati qui ad Adwa ma gli aiuti non li stanno raggiungendo. Se la comunità internazionale non può fare pressione per l’ingresso di cibo e altre forniture, queste persone non saranno in grado di farcela un altro giorno”.
Il Tigray ospita più di 2,2 milioni di sfollati interni che si trovano sull’orlo della morte a causa dei blocchi sui servizi vitali essenziali per garantire che l’aiuto sia in grado di raggiungerli.