In Etiopia tensioni politiche su più fronti: a farne le spese è sempre la popolazione…

In Etiopia tensioni politiche su più fronti: a farne le spese è sempre la popolazione…

Per il primo ministro Abiy sembra non ci sia fine ai dissidi irrisolti interni e con i paesi confinanti. Dopo la guerra, gli eserciti eritrei e le milizie amhara continuano ad occupare territori del Tigray impedendo agli sfollati di tornare alle loro case e terre.

Tanti istituti sono ancora occupati o utilizzati come centri di addestramento, bloccando di fatto la ripresa delle lezioni in 552 scuole. (leggi l‘articolo di Nigrizia per saperne di più).

Nella regione Amhara continuano i combattimenti, mentre in Tigray i dirigenti del partito TPLF (che ha portato avanti la resistenza durante il conflitto) hanno espulso gli esponenti più moderati che attualmente governano ad interim la regione.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha imposto all’Etiopia di liberalizzare il cambio della valuta nazionale (ed il monopolio di numerose aziende statali) per poter riprendere i programmi di aiuti economici e prestiti della Banca Mondiale, ma questo ha comportato un crollo del cambio Birr>$, peggiorando il già scarso potere d’acquisto della popolazione. Ora è sempre più difficile per gli etiopi acquistare beni d’importazione, carburante, tecnologia, ma anche i beni di prima necessità.

Non si placano nemmeno i dissidi riguardanti la grande diga GERD sul Nilo, che riduce la portata dell’acqua in arrivo in Egitto a favore della produzione di energia in Etiopia. Il Cairo, assieme al Sudan, respinge i nuovi accordi sulla gestione del bacino idrico. (Leggi l’articolo di Nigrizia)

L’altra annosa questione dello sbocco sul mare dell’Etiopia continua a generare tensioni con Eritrea, Somalia, Egitto e Gibuti. Abiy ha ufficialmente riconosciuto il Somaliland – lo stato-regione indipendente che Mogadiscio considera parte del suo territorio – in cambio della concessione all’Etiopia di 20 chilometri della sua costa per realizzare un porto commerciale. Ma la difesa dei confini sta mobilitando armamenti da più parti. (Leggi l’articolo di Nigrizia per saperne di più).

Gibuti, che oggi incassa dall’Etiopia milioni di dollari per il transito delle merci dal suo porto, inasprisce i dazi e complica la burocrazia per ogni importazione di container, e a pagarne le spese siamo anche noi, che dobbiamo gestire le spedizioni di tutte le attrezzature mediche ed infrastrutture per l’ospedale di Adwa