Michele, abbandonato e salvato

Michele, abbandonato e salvato

MicheleC’è qualcosa di veramente sbagliato quando un neonato abbandonato in un campo è la quotidianità. 

Oggi vorrei raccontarti la storia del piccolo Michele, trovato in un prato a poche ore dal parto, avvolto in un pezzo di stoffa, con il cordone ombelicale ancora attaccato, il corpicino pieno di morsi d’insetto, ustionato dal sole diurno e dal freddo dell’escursione termica di notte, debole, denutrito e in lacrime.

Miracolosamente ignorato dalle iene, è stato portato all’ospedale di Adwa in stato di disidratazione e ipotermia, con grandi difficoltà respiratorie.

Grazie alle cure dei nostri medici, Michelino – così è stato soprannominato dallo staff – si è lentamente ripreso. Dopo aver trascorso i primi tre giorni nell’unità di terapia intensiva neonatale con antibiotico e medicazione quotidiana delle ferite, si è stabilizzato, ha cominciato a respirare correttamente ed è stato dichiarato fuori pericolo. Tutto il personale dell’ospedale cerca sempre di trovare un momento libero per passare a coccolarlo: ora nei suoi occhi si legge un infinito desiderio di amore!

“Salvare la vita di questo bambino è stato un miracolo”, dice suor Pauline mentre tiene in braccio il neonato. “È il gioiello di tutto il personale e degli ospiti. Ha trovato mani che lo accarezzano ogni giorno, per rassicurarlo che non è solo in questo mondo”. 

La storia di Michele è purtroppo simile a quella di centinaia di bambini che vengono curati nel nostro ospedale: bambini che arrivano denutriti, deboli, con gli occhi spenti. Il loro volto si accompagna a quello di madri disperate, altrettanto denutrite, al limite della sopravvivenza, costrette a sacrificare quel poco che hanno per tentare di dare una possibilità ai loro figli…ma spesso non è sufficiente. 

Il nostro obiettivo è quello di salvare il maggior numero di vite possibile, malgrado la terribile consapevolezza che alcuni di loro sono destinati a non sopravvivere. 

Molte storie iniziano come quelle di Michele, ma non tutte finiscono come la sua. La fortuna di Michele è stata quella di avere incontrato i medici del nostro ospedale Kidane Mehret.

In Tigray la salute dei più piccoli è costantemente in pericolo: il 50% dei bambini sotto i 5 anni è denutrito. Almeno 1 neonato su 4 ha bisogno di terapia intensiva neonatale. La metà di loro presenta segni di denutrizione. 

La pelle del piccolo Michele mostrerà per sempre cicatrici che raccontano il suo dramma, lo stesso di un’intera popolazione che lotta quotidianamente per la sopravvivenza. Il dramma di madri che hanno subito violenze, disperate e senza forze, spinte ad atti di abbandono disumani.

Allo stesso tempo, quelle cicatrici sono anche il segno della forza e della tenacia di chi non si arrende, di chi con fiducia e con il giusto supporto può rialzarsi per un futuro che deve necessariamente essere migliore di questo. 

Ecco chi sono i beneficiari dei progetti che grazie a voi portiamo avanti ad Adwa. Per loro facciamo di tutto: lanciamo appelli, elemosine, cerchiamo di raccogliere supporto da qualsiasi angolo del mondo.

Pensa che bastano solo 8€ per assicurare ad un bambino come Michele un trattamento di 8 giorni a base di cibo terapeutico e medicine.

Una tua donazione diventa per i pazienti del Kidane Mehret Hospital,  un pasto caldo, un parto sicuro, cure, futuro!

Ogni donazione è una dichiarazione di speranza per i bambini di Adwa e per tutti gli assistiti dell’ospedale di ogni età.

Di miracoli come quello del piccolo Michele ne servono davvero tanti. 

Aiutaci a salvare il maggior numero di vite possibile.

Grazie di cuore per quello che potrai fare.